(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 92

 

 

SORPRESE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            L’auto sportiva sfreccia per le strade di Londra alla massima velocità. L’autista, che guida con la disinvoltura di chi è abituato a certe circostanze, è un uomo dell’apparente età di 50 anni dai capelli biondo cenere spruzzati di grigio. Da com’è vestito, sembra il tipico Inglese visto in innumerevoli film o telefilm, ma l’apparenza, si sa, inganna. Il Commodoro in congedo Sir Lancelot Hunter è sì un alto funzionario del Governo di Sua Maestà Britannica, ma in passato è stato un membro dello Special Boat Service.[1] e dei servizi segreti interni ed esterni e non ha dimenticato le lezioni apprese.

-Ripetimi chi sono quei tipi che ci stanno seguendo per ammazzarci.- gli si rivolge la donna al suo fianco sul sedile del passeggero, attraente, quarant’anni circa.

-Appartenenti a varie sette di assassini di mezza Asia.- risponde Hunter -Così a occhio, direi che mancano solo i ninja della Mano.-

-La cosa mi solleva il morale.- replica la donna in tono sarcastico -Quel che non capisco, è perché degli assassini asiatici si sono riuniti per uccidere proprio me.-

-Evidentemente gli eredi di Fu Manchu hanno deciso di chiudere i conti coi servizi segreti britannici che tanto spesso li hanno ostacolati in passato.-

-Sembra la trama di una storia pulp degli anni Venti.-

-Ma è tutto vero, mia cara Olivia. La nostra fortuna è che per uccidere prediligono le armi bianche o le mani nude.-

            In quel momento dal veicolo dietro le loro spalle vengono sparati due mini missili. Con una rapida manovra Hunter riesce ad evitarli. I missili finiscono su due auto in sosta. Quando il fumo delle esplosioni si dissipa, gli inseguitori vedono che la vettura di Hunter ha ripreso la sua corsa.

-Non avevi detto che quei tizi usano solo armi bianche?- esclama Olivia Amanda Boothroyd, capo ad interim della sezione armi del MI6.[2]

-Ho detto che le prediligono ma è evidente che alcuni di loro si sono modernizzati.- replica Hunter.

-Intanto ci stanno ancora alle costole.-

-E non solo.- aggiunge Hunter.

Un uomo armato di uno spadone dalla lama ricurva è appena balzato sul cofano della loro auto.

 

L’uomo che si fa chiamare Paladin apre la porta dell’appartamento in un condominio di lusso in cui vive sotto il nome di Paul Denning, un nome falso probabilmente, e fa entrare la giovane donna bionda.

L’espressione sul volto di Joy Meachum gli fa capire che qualunque cosa lei voglia dirgli, deve essere molto seria.

La giovane donna aspetta che la porta si sia chiusa alle sue spalle poi dice:

-Non ci girerò intorno, Paul: sono incinta.-

            L’espressione sul volto di Paladin è decisamente eloquente. Nella sua carriera di mercenario supertecnologico ha affrontato molte situazioni difficili ma è evidente che non è preparato per questa.

-È… è mio ?- chiede infine.

            Joy sospira e poi risponde:

-Vorrei che lo fosse perché l’alternativa mi spaventa.-

            Con voce rotta dall’emozione, Joy racconta a Paladin di come il criminale che si faceva chiamare Serpente d’Acciaio l’avesse violentata al ritorno dalla loro vacanza a Isla Suerte nei Caraibi.[3]

-Capisci, quindi, Paul…- conclude la ragazza -... che preferirei di gran lunga che il padre fossi tu. Saresti disponibile ad un test del DNA non appena sarà possibile?-

-Io… non mi piace molto l’idea di fornire a chiunque un campione del mio DNA.-

-Capisco. Speravo che… ma non importa. Scusa se ti ho fatto perdere tempo, Paul.-

            Joy esce dall’appartamento e Paladin rimane solo a riflettere.

 

            Molto lontano sia da Londra che da New York, in Giappone, l’agente del Naikaku Jōhō Chōsashitsu,[4] il servizio segreto giapponese, Mimy Oshima non riesce a credere a quello che ha appena sentito.

-Non… non puoi dire sul serio!- esclama

La donna davanti a lei: chiara origine cinese, apparentemente molto giovane, lunghi capelli neri, che indossa un cheongsam[5] dagli ampi spacchi laterali, sorride e ribatte:

-Hai capito benissimo: ho intenzione di sommergere il Giappone.-

-E come vorresti farlo, Suwan?- chiede l’agente del MI6 Leiko Wu, anche lei prigioniera come Mimy.

-Chiamami Artiglio di Giada.- ribatte ancora la giovane cinese -Come voglio farlo, chiedi? È molto semplice: creando un gigantesco tsunami come mai si è visto prima.-

-Tu sei pazza.- esclama l’agente giapponese.

            Forse lo è davvero, pensa Leiko, ma questo non vuol dire che non sia davvero capace di fare quel che minaccia.

 

 

2.

 

 

            John Garrett accarezza il grilletto del suo fucile ed osserva il suo bersaglio attraverso il mirino. Un solo colpo e addio candidato. Molto facile, no? Quel figlio di donnina allegra di Lee Harvey Oswald avrà pensato la stessa cosa mentre stava per far saltare la testa di Kennedy come un melone? Ammesso che sia stato lui ovviamente e Garrett ha una sua teoria al riguardo.

            Sogghigna e poi spara. Il proiettile fende l’aria e passa ad un centimetro dal naso di Rex Carpenter fracassa un vaso di fiori e si conficca nella parete alle sue spalle.

            Garrett ride e comincia a smontare il fucile.

 

            Nina McCabe entra nell’attico di Elektra Natchios usando la sua chiave. Sta pensando a come in fondo sia stato rilassante passare una giornata come una comune studentessa universitaria, una cosa che non le capita molto spesso. Chissà che direbbero i suoi compagni di corso se sapessero che ha una doppia, o forse tripla, vita nei panni abbastanza succinti della killer internazionale nota come Cigno Nero?

            Il filo dei suoi pensieri s’interrompe di colpo quando si rende conto che spaparanzato sul divano c’è un ragazzo con i capelli tagliati alla moicana che le rivolge un sorrisetto insolente.

-Ciao, tu sei Nina, giusto?-

-E tu chi saresti?- ribatte la ragazza -Come fai a conoscermi?-

-Io sono Akihiro. Elektra ha acconsentito ad ospitarmi per un po’. Sono il figlio di un suo vecchio amico, diciamo.-

            Akihiro, un nome giapponese ma lui non lo è, non completamente almeno. C’è qualcosa in lui d’indefinibile e, sì, anche di terribilmente attraente. Mentre lo guarda, Nina prova sensazioni inequivocabili ed è consapevole che lui lo sa. Cosa le sta succedendo? Chi è veramente l’uomo che ha di fronte?

 

            Il vetro del cruscotto s’infrange mentre Lance Hunter fa sbandare l’auto nel tentativo di far cadere l’aggressore. Il tentativo riesce ma l’auto piomba contro un lampione.

            Hunter balza fuori imitato da Olivia Boothroyd e si ritrovano circondati da sicari armati di spade e pugnali di varie fogge.

-Dimmi che hai qualche idea per cavarci dagli impicci, Lance.- dice la donna.

-In effetti, sì.- replica lui e getta la bombetta contro un sicario che si ritrova con la gola tagliata.

Hunter afferra Olivia per un polso lanciandosi in avanti appena oltre la linea dei nemici. I due rotolano sull’asfalto poi Hunter si gira e spara contro la sua auto. Il serbatoio esplode in una fiammata. Il calore intenso lambisce i due funzionari governativi.

-Tu sei pazzo, Lance!- esclama Olivia rialzandosi -Pensavo che tuo figlio fosse quello impulsivo ma comincio a capire da chi ha preso.-[6]

            Lance abbozza un sorriso.

-Beh, ha funzionato, no?- replica.

-Davvero? Dillo a lui.-

Dal fumo dell’esplosione emerge un uomo con abiti orientali ed uno spadone ricurvo stretto tra le mani.

-Beh, forse sono stato troppo ottimista, lo ammetto.-

            Il suo avversario avanza verso di lui mulinando la spada. Hunter spara colpendolo in pieno petto.

-Forse non sarà sportivo ma preferisco essere poco sportivo e restare vivo.- commenta Hunter, poi si rivolge alla sua compagna -Muoviamoci adesso. Dobbiamo metterci al sicuro prima che…-

            Sopra di loro si ode il rumore di un elicottero. Appollaiato vicino ad un portello, un uomo comincia a bersagliarli con scariche di mitra.

 

 

3.

 

 

            Nell’Oceano Atlantico, non lontano dalle coste della Guyana, ma in acque internazionali, è ormeggiato un lussuoso yacht che ha appena ricevuto una visita indesiderata.

            L’intruso è Rick Mason noto nei circoli delle spie semplicemente come l’Agente, un operativo free lance al servizio del miglior offerente e delle cause che ritiene giuste. In quest’occasione a richiedere i suoi talenti non è stato un qualche servizio segreto ma un privato, un imprenditore per l’esattezza.

Alexander Julius Thran, multimiliardario di origine vietnamita, ha deciso, per motivi che Mason non ha indagato, di danneggiare una certa operazione del boss criminale argentino chiamato Tarantula Nera e tanto basta.

L’Agente si muove circospetto. I gadget di suo padre, il famigerato Riparatore, gli hanno permesso di arrivare non visto e disattivare tutti gli allarmi ma c’è sempre il rischio di essere scoperto. Una volta fatto quel che è venuto a fare dovrà filarsela alla svelta.

-E tu chi saresti?-

            La voce alle sue spalle ha parlato in Spagnolo ma Rick l’ha compreso perfettamente. Si gira e si trova di fronte il suo peggiore incubo: Tarantula Nera in persona.

 

            Il mio nome è Shang Chi. Nella mia lingua natia significa: “Lo spirito che avanza”. Negli ultimi anni il mio spirito è avanzato lungo sentieri che non sempre mi sono piaciuti. Le malefatte di mio padre, l’infame Fu Manchu, noto anche come il Dottore del Diavolo, mi hanno proiettato in un mondo di menzogne ed inganni da cui non so se potrò mai tirarmi fuori.

Ancora adesso che sembra davvero morto, la sinistra ombra di mio padre incombe su di me grazie ai piani della sua autoproclamata erede l’Artiglio di Giada.

-Non pensare troppo, Cinesino.- mi dice Black Jack Tarr -Sento prudermi la nuca e questo vuol dire che i guai sono vicini.-

-O magari devi solo cambiare shampoo antiforfora, brutto bestione.- replica Clive Reston -E lo sai che Chi odia essere chiamato Cinesino.-

            Tarr sta per dire qualcosa quando una figura piomba su di lui abbattendolo con un calcio della tigre. Lo riconosco immediatamente.

-Ombra Mobile!- esclamo.

-Finalmente ci ritroviamo, fratello.- mi saluta con un sorriso maligno in volto.

 

            Quando Esther Camilla Vandervoort entra nella sala riunioni, tutti gli sguardi si volgono verso di lei. Non è solo perché ha un fisico mozzafiato ma perché emana qualcosa di più del comune sex appeal, anche se non è facile definire cosa sia.

            Si siede ed osserva le altre persone attorno a lei. Alcuni di loro si credono squali, ma non lo sono abbastanza per lei.

-Bene, signori…- dice con voce calma -…se non sbaglio, ci siamo tutti. Vogliamo cominciare?-

 

 

4.

 

 

            Ombra Mobile, il mio fratellastro, il mio riflesso oscuro che ha messo i suoi talenti al servizio dell’Artiglio di Giada.

-Aspettavo questo momento.- -dice -Ora vedremo chi di noi due è degno di essere il figlio di nostro padre.-

Ci siamo già scontrati in passato ma non abbiamo mai stabilito chi di noi fosse il migliore in combattimento, cosa che per lui, a differenza di me, è molto importante.

-Non voglio combattere con te.- replico.

-Non ho detto che hai scelta.- ribatte lui.

-Oh al Diavolo!- interviene Reston estraendo la sua pistola e puntandola su Ombra Mobile -Non abbiamo tempo da perdere con le vostre dispute familiari. Spostati Chi che ci penso io.-

            Ombra Mobile scatta e con un calcio gli fa saltare la pistola dalla mano e con un altro colpo lo getta a terra. Reston non si rialza.

-Sei fortunato che mia sorella ti vuole vivo...- gli dice mio fratello -O ti avrei facilmente staccato la testa dal collo.-

            Sorella? Anche Fah Lo Suee è coinvolta, dunque? Non dovrei affatto esserne sorpreso. Ho più che dei sospetti sul suo legame con Artiglio di Giada dopotutto, sempre che Yukio abbia sentito bene.

-Dunque nostra sorella vuole che Reston viva. Perché?- chiedo.

-Non lo so e non m'importa. Questa lotta è solo per noi fratello. Combatti adesso.-

            Sospiro sapendo che non ho altra scelta.

-Fai la tua mossa.- gli dico.

            Lui salta verso di me e lo evito facilmente. Se lo aspettava. Atterra con grazia e si gira di scatto vibrando un colpo col palmo della mano che paro con una certa difficoltà Siamo davvero speculari: abbiamo avuto gli stessi istruttori, imparato le stesse tecniche ed abbiamo sorpassato i maestri. Il nostro scontro potrebbe durare a lungo, almeno finché uno di noi non darà segni di stanchezza o commetterà un errore. Ci vorrà molto, temo.

            Improvvisamente sento qualcosa alle mie spalle ma prima di potermi girare qualcosa mi colpisce alla schiena. Cado, ma un attimo prima di perdere i sensi sento una voce nota:

-Spiacente Piccolo Spirito, ma sono le regole della guerra.-

            Lei è qui.

 

            Lance Hunter spinge lontano Olivia Boothroyd e si getta a terra. Il tipo sull'elicottero ha mancato il bersaglio solo per caso ma al prossimo giro sarà più preciso. Gli resta una sola possibilità. Impugna la pistola con entrambe le mani e spara.

            Il proiettile colpisce il rotore e l'elicottero perde stabilità andando ad infrangersi contro un lampione per poi cadere fragorosamente esplodendo.

-Ce l'hai fatta!- esclama Olivia.

-Un colpo fortunato.- si schermisce Hunter poi si guarda intorno -Sembra che gli avversari siano finiti.

            In lontananza si odono le sirene della Polizia.

-Meglio tardi che mai.- commenta ancora Hunter.

 

            Poco lontano dalla costa della Repubblica Cooperativa della Guyana, un tempo nota come Guyana Britannica, sorge un capannone adibito a magazzino ed apparentemente abbandonato.

-Non mi piace.- dice la donna bionda che si fa chiamare Regina Ragno. Le guardie non si sarebbero mai allontanate, sanno che L.... che Tarantula Nera li farebbe spellare vivi.-

-La stessa cosa che penso io.- concorda il supercriminale sudamericano di nome Tarantula -È ovvio che è successo qualcosa e non può essere nulla di buono.-

-Pensi alle autorità?-

-No, i poliziotti locali sono pagati bene e sanno qual è il fato di chi tradisce. Potrebbe essere un'operazione della D.E.A..[7] o di qualche concorrente troppo arrogante. Ora vedremo.-

            I due si avvicinano con circospezione. Alle loro spalle la giovane donna egiziana che si fa chiamare Aspide attende il suo momento. Infiltrarsi nell'organizzazione di Tarantula Nera è stato un gioco da ragazzi in confronto alle prove che l'attenderanno quando inevitabilmente il suo tradimento verrà alla luce. I suoi accompagnatori sono pericolosi e letali e non hanno l'aria di chi perdona facilmente.

            È Tarantula a spingere la porta del magazzino.

-Seguitemi.- ordina.

-Chi ha detto che comandi tu?- replica la Regina Ragno superandolo d'un balzo.

            Mentre balza al suolo le crescono rapidamente quattro arti aggiuntivi simili a zampe di un gigantesco ragno.

-Non vedo nessuno ma lo sento.- afferma -Non siamo soli.-

-Forse sono le guardie.- dice Aspide.

-No.- replica perentoria la Regina Ragno -È qualcun altro ed è ostile.-

            In quel momento qualcosa... o meglio, qualcuno, piomba su di lei dall'alto facendola cadere su un fianco.  È un uomo di colore dai capelli lunghi ed il volto parzialmente coperto da ampi occhiali a specchio.

            Comincia il ballo, pensa Aspide.

 

 

5.

 

 

            Il sole sta tramontando all'orizzonte ed illumina la giovane donna dai capelli biondi appena nascosti da una maschera verde. Il suo nome è Miranda Rand e per quanto i suoi lineamenti, per quel che si può vedere dalla maschera, siano occidentali, ha vissuto quasi tutta la sua vita nella favolosa città di K'Un Lun dove ha imparato molto ma forse non abbastanza per prepararla alla sua nuova vita nel mondo di suo padre. Forse per questo si sente a suo agio solo quando indossa il costume attillato rosso e verde che ha adesso. Le sue mani brillano dell'energia arcana del Pugno d'Acciaio ereditata da Orson Randall.

            Senza la minima esitazione balza oltre il cornicione e si lascia cadere. Il vento le accarezza il viso mentre si allunga ed afferra l'asta di una bandiera per poi fare una capriola, staccarsi e ricominciare a cadere.

            Quando atterra sul tettuccio di un'auto sta ridendo.

 

            Clive Reston si risveglia. In questi casi si dice di solito che la testa gli ronza come un alveare, nel suo caso è una buona metafora, Si guarda intorno ed i suoi alleati sono tutti svenuti o legati.

-Brutta faccenda vedo.- commenta.

-Come al solito, Clive, hai un talento unico per l'understatement.- replica Leiko Wu legata mani e piedi accanto a lui.

-Se non altro non ci hanno ancora uccisi mia cara, mi chiedo perché.-

-Quella matta di Artiglio di Giada vorrà che assistiamo al suo trionfo.- interviene Mimy Oshima -Non è questo che fanno di solito i criminali megalomani come lei?-

-Abbastanza spesso.- ammette Clive -Il che ci ha lasciato pressoché l'opportunità di tentare qualcosa per rovesciare la situazione.-

            In quel momento una porta si apre ed entra una donna, ma non quella che si aspettavano di vedere.

-Ci reincontriamo Clive Reston ed era destino come certo capirai.- dice sorridendo.

-Fah Lo Suee?- esclama sorpreso Reston -Ci sei davvero tu dietro a tutto questo? Ma sei...-

            La figlia di Fu Manchu avanza accarezzandosi il ventre prominente.

-Incinta? Certo. Sii felice, Clive, nostro figlio nascerà presto.-

            Clive rimane senza parole.

 

            Nina McCabe non riesce a crederci: è andata a letto con un uomo appena conosciuto e non è certo un comportamento abituale per lei. Potrebbe pensare di essere stata ipnotizzata ma sa che non è così: l’ha voluto lei e lo vorrebbe ancora. Chi è questo Akihiro per sconvolgerla così e perché Elektra lo ha preso con sé?

             Nina si alza dal letto senza svegliare l’uomo sdraiato al suo fianco e s’infila una corta vestaglietta, poi esce dalla stanza e si dirige verso la cucina. Sente davvero il bisogno di una colazione abbondante.

            Si sta preparando il caffè con la TV accesa in sottofondo quando entra Elektra. Non l’ha nemmeno sentita arrivare.

-Bentornata.- la saluta -Dove sei stata?-

-A trovare un vecchio amico.- risponde Elektra.

            Prima che possa aggiungere altro, nella stanza entra il giovane di nome Akihiro con indosso solo un paio di slip.

-Ho sentito l’odore del caffè. Ciao Elektra.- dice con noncuranza.

            Elektra storce lievemente le labbra e dice rivolta a Nina:

-Vedo che hai già conosciuto il nostro ospite.-

-Io e la tua figlioccia abbiamo… come dite voi americani?... fraternizzato.-

-Non sono americana e tu faresti meglio a non fraternizzare troppo, Daken.-

-Come lo hai chiamato?- chiede Nina sorpresa.

Ma Elektra non la sta ascoltando, la sua attenzione è catturata dall’immagine sullo schermo: quella di un grattacielo la cui parte superiore è ridotta in cenere. Conosce quel posto, ci ha lavorato letteralmente o quasi in un’altra vita.

Non ci sono dubbi: qualcuno ha attaccato la Fisk Tower e questo può significare solo guai.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che dire di questa storia? Solo una cosa: il finale si ricollega ad eventi avvenuti su Occhio di Falco #24 che vi consiglio caldamente di leggere.

            Nel prossimo episodio. Artiglio di Giada si prepara a colpire, se i suoi  nemici sono tutti nelle sue mani, chi potrà fermarla?

            Vi aspetto.

 

 

Carlo



[1] Le forze speciali della Marina Britannica.

[2] Il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito.

[3]Nell’episodio #81.

[4] Letteralmente: Ufficio Informazioni e Ricerca del Gabinetto,

[5] Il tradizionale abito femminile cinese.

[6] Lance Hunter Jr. è un agente dello S.H.I.E.L.D. che fa parte di una squadra speciale, come visto su L’Uomo Ragno MIT #97.

[7]Drug Enforcement Agency, l'agenzia federale antidroga americana.